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Raffaello: da Urbino a Perugia.

L’opera e grandezza di Raffaello è ben sintetizzata sulla sua tomba al Panteon dal suo amico Cardinale Bembo:

“Qui giace Raffaello. Mentre era vivo, la natura credette di essere vinta. Ora che  è morto, teme di morire a sua volta”

Raffaello nasce a Urbino il 28 marzo 1483, un venerdì santo. Il suo padre Giovanni era un pittore  e un artista di corte dei Montefeltro ben inserito nell’ambiente culturale urbinate dell’epoca.

Urbino allora era un centro culturale umanistico aperto agli influssi dell’italia ma anche fiamminghi, dalmati, spagnoli.

La città vantava una biblioteca tra la più fornita dell’epoca e maestri provenienti da tutta europa frequentavano la corte dei Montefeltro.

Nella bottega del padre, impara i primi insegnamenti e le prime tecniche di base,  dall’uso del pennello, alla macinazione delle pietre, alla preparazione dell’affresco. Il suo nome “Sanzio”  viene dal latino “figlio di Santi”.

Una primo saggio del suo talento  lo mostra con un affresco che ancora appare nella sua casa. Mostra la figura di Maria giovane che teneramente stringe a se un Gesù bambino addormentò. Lì, in quell’opera, c’è tutto il sentimento e il dolore per la figura della sua mamma che nel 1491 era venuta a mancare. Raffaello aveva solo 8 anni.

Nel 1494 muore anche suo padre e si trova a portare avanti la bottega paterna insieme al suo zio materno.

Iniziò a frequentare Pietro Perugino celebre artista dell’epoca e anche lui un gigante della storia dell’arte che frequentava gli ambienti urbinati. Forse era stato lo stesso padre Giovanni a fargli conoscere il maestro in quanto lo considerava tra i più grandi e importanti dell’epoca.

Il giovane Raffaello segue il maestro a Perugia, città alla quale rimarrà molto legato come rimarrà legato al suo maestro.

Il suo soggiorno a Perugia gli permise  di vedere il suo maestro mentre affresca e decora “Il collegio del Cambio”. L’autoritratto del perugino è raffigurato in una parte della parte affrescata.

Ebbe modo di conoscere e stringere amicizia con il Pinturicchio anche lui legato al Perugino e frequentatore della sua bottega.

Già a sedici anni è considerato “magister” e alla guida di una sua bottega autonoma.

Nel 1500 alcuni committenti di Città di Castello chiedono a Raffaello alcune opere interessanti. Nel 1504, torna a citta di castello e  chiude il suo percorso giovanile con l’opera “lo sposalizio della Vergine”, oggi nella Pinacoteca di Brera a milano. Questa è un opera con la quale Raffaello vuole omaggiare il suo maestro e nel contempo è ritenuto un superamento del modello del perugino.